IL GALATEO DELLA TAVOLA
La storia della tavola
“A tavola e al tavolino si riconosce il signore ed il signorino“, recita un vecchio adagio.
Prima di affrontare l’argomento del ricevimento di nozze, è meglio conoscere a fondo le buone maniere, e l’arte del ricevere. Il galateo della tavola.
La scelta del menù e la bontà dei cibi non sono sufficienti a decretare il successo di un pranzo: vi concorre in misura determinante anche l’allestimento della tavola.
Già nel 1700 il noto gastronomo francese, Raimond de la Rejniére, diceva che non basta far sedere a tavola l’ospite e servirgli il cibo abbondante, ma occorre osservare una quantità di altri obblighi, tra i quali proprio l’apparecchiatura della tavola stessa, che deve essere consona al menù ed all’occasione.
La tovaglia
La consuetudine di apparecchiare la tavola è relativamente recente. Infatti all’inizio non esisteva né la tavola né la tovaglia e per nutrirsi ci si disponeva a cerchio intorno al cibo. Successivamente la tavola veniva allestita in qualsiasi luogo della casa: era una tavola senza fissa dimora.
La tavola passava da una stanza all’altra, secondo le stagioni o il numero dei commensali, e seguiva il proprietario a dorso del mulo.
Poi la tavola si vestì e si fermò.
Fu Tito Flavio Domiziano che insegnò ai Romani a coprire la tavola con tele di inusitato splendore.
Ma fu nel 1812, con l’arte del filare a macchina, che si divulgò l’utilizzo della tovaglia su tutte le tavole.
Proprio con le tele di Fiandra, dove si sviluppò la produzione delle tovaglie stesse, ritenute ancora oggi le più pregiate e preziose.
La tavola contemporanea, oggi è semplice ed elegante, informale e rustica, spesso abbigliata con quello che si ha in casa. Rimane il centro degli affetti e dell’intimità, il luogo che unisce e dove si rafforzano i legami.
I tovaglioli
L’utilizzo dei tovaglioli in Europa risale al 1400 quando, nelle tavolate delle corti regali, venivano usate delle salviette di stoffa calde, o addirittura, profumate.
Agli inizi del 1800, ampi tovaglioli entrano a far parte degli ambienti borghesi, soprattutto per proteggere i vestiti durante il consumo delle portate. In questo periodo inizia l’uso di piegare i tovaglioli come decorazione sulle tavole imbandite.
Intorno al 1850, questa arte viene dimenticata, per essere poi ripresa in maniera consistente solo dopo il 1880.
Dopo un periodo di parentesi corrispondente agli anni tra la Prima e la Seconda guerra mondiale, agli inizi degli anni 50 il ritrovato benessere ed il ritorno alle attività creative e decorative favorisce la riscoperta anche dei tovaglioli piegati.
Vengono così sviluppati modelli con piegature molto complesse, che derivano direttamente dagli origami, l’antica arte giapponese di piegare la carta.
La posateria
La posateria nel posto a tavola classico è formata da 8 elementi.
Nel 500 la forchetta era utilizzata solo presso le corti principesche, ma i fiorentini dell’epoca la consideravano indispensabile.
Quando Caterina de’ Medici andò in sposa al Re di Francia, Francesco II, portò con sé non solo le sue regali posate ma anche i suoi cuochi e le sue stoviglie.
Correva l’anno 1553, e per quanto lei tentasse di correggere i comportamenti dei francesi a tavola, non vi riuscì e la forchetta continuò ad essere usata da pochi.
Per altri 100 anni i francesi così come gran parte degli europei continuarono a mangiare afferrando il cibo con le dita, o con il cucchiaio, quando si trattava di liquidi o zuppe.
I piatti e i bicchieri
Il diffondersi a inizio 1800 del modo di servire “alla russa” trasformò in modo sostanziale le abitudini a tavola.
Servire alla russa significa: presentare in successione a ciascun invitato dei piatti nell’ordine stabilito dall’ospite, ovvero secondo il neonato “menù”.
Scomparve la disposizione dei piatti a quinconce (quattro piatti collocati agli angoli di un quadrato ideale, il quinto nel mezzo) e si affermò invece l’uso del centro tavola in argento riempito con spezie, frutta, dolci, corredato da bicchieri da utilizzare nel corso del pasto.
Dal Medioevo fino agli inizio del 1800, infatti, nelle corti europee si serviva “alla francese”, ossia con tutti i piatti di portata disposti contemporaneamente sulla tavola, e piatti individuali composti in pile che ricordavano i padiglioni o le statue di un giardino. Al convitato era lasciato il compito di servirsi da solo.
Le pile di piatti ed i ceri erano distribuiti simmetricamente intorno ad un centro tavola, solitamente un piccolo Tempio in legno, in argento o in porcellana.
Dopo ogni portata la tavola veniva rinnovata completamente. Poiché le bevande erano servite fredde, i bicchieri non si trovavano sulla tavola, ma erano mantenuti a bassa temperatura su un buffet e poi distribuiti ai convitati.